Una figura particolarmente cara all’immaginario contadino era quella della Bianca Signora, un’entità fatata in forma di donna bellissima, vestita di un lungo abito che pareva fatto della sostanza delle nuvole. Camminava sfiorando appena il terreno con i suoi piedi candidi, portando fortuna e prosperità ovunque passasse.
Si narra che un giovane, sdraiato sull’erba a riposare, vide apparire all’orizzonte una bianca figura che pareva dirigersi proprio verso la sua casa. Senza farsi vedere la seguì fino a quando fino a quando la vide entrare nella sua casa e poi spiò, attraverso la piccola finestra, che cosa stesse avvenendo all’interno. La donna non spostò nulla, toccò solo lievemente i secchi per la mungitura, le zangole, i pentoloni del latte e le forme di formaggio messe ad asciugare sui graticci e poi, così com’era entrata, uscì e si allontanò per il pianoro fino a sembrare solo una piccola nube.
Quando venne sera e i pastori tornarono dall’alpeggio, vennero radunate le mucche per la mungitura e quasi i secchi non bastarono a contenere tutto il latte munto. Il giovane non disse nulla finché non si trovò solo con il nonno, al quale raccontò l’avventura di quel giorno. “Ecco perché le mucche han fatto tanto latte” disse il vecchio e poi, parlando a voce bassissima, disse al nipote che la visitatrice non era altro che la Bianca Signora, colei che solo i puri d’anima riescono a vedere mentre gli altri, a volte, vedono solamente una folata di nebbia. Chi la vedeva poteva considerarsi molto fortunato e fortunati anche coloro i cui beni venivano sfiorati da quella meravigliosa dea dell’abbondanza. Il vecchio aggiunse però che si doveva mantenere il massimo segreto per non veder cessare la sua benevolenza. Gli confidò poi che il motivo per cui a volte, in certe cantine, il vino aveva aroma e fragranza migliori del consueto era il fatto che la Bianca Signora aveva sfiorato, in autunno, le botti che lo contenevano.
Da: Entità fatate della Padania, Milano, Edizioni della Terra di Mezzo
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